È emersa la necessità di un deciso cambio di paradigma e di una nuova strategia per salvare le imprese, il tessuto economico e l’occupazione nella filiera di settore di cui le tre Associazioni intendono farsi da traino per rilanciare il sistema moda nazionale e le eccellenze del Made in Italy.
Tra i vari temi discussi è stata chiesta la riapertura immediata dei negozi di moda in fascia rossa, come già avviene in altre parti d’Europa, su appuntamento oppure trovando soluzioni come l’articolazione in diverse fasce orarie o permettendo l’ingresso ad una sola persona alla volta o dal lunedì al venerdì, sempre osservando le linee guida per i negozi al dettaglio e il Protocollo di sicurezza. Anche il credito d’imposta sui canoni di locazione degli esercizi commerciali prevista nella legge di conversione del DL Ristori è una richiesta che va riproposta per le aziende della moda che sono state costrette alla chiusura in fascia rossa, almeno per i primi quattro mesi del 2021.
Sul fronte degli indennizzi è stata sollevata la questione della selettività e della scarsità delle risorse per le imprese della moda. Si è evidenziata l’esigenza della riproposizione dell’emendamento sull’estensione alla filiera (anche commercio al dettaglio) del credito d’imposta sulle eccedenze di magazzino ex art. 48 bis del dl “rilancio”. Sulla selettività degli ultimi sostegni, è stato evidenziato il problema della soglia minima del 30% della perdita di fatturato per l’accesso ai contributi. Soglia estremamente penalizzante per un settore che – a differenza delle altre attività – ha arginato le perdite di fatturato facendo ampio ricorso a sconti, promozioni e saldi che hanno sì abbassato le perdite, ma eliminato pesantemente i margini che permettono ad un’impresa di stare sul mercato.
A sostegno e stimolo della domanda interna di prodotti della moda, è stata messa sul tavolo la proposta di introduzione di un’aliquota agevolata temporanea del 10% e di detrazioni fiscali dedicate al consumo sulla scia di quanto messo in campo nei settori edilizia ed automobili (ecobonus) e mobile/arredo (bonus mobili).
L’incontro ha riguardato inoltre formule di rilancio del settore moda con interventi di innovazione sul PNRR con particolare riferimento ai giovani e alla occupazione a forte prevalenza femminile, al sostegno e rilancio delle fiere di settore italiane e alla valorizzazione degli aspetti socio-culturali che il settore moda storicamente rappresenta nei più importanti distretti produttivi del territorio nazionale.
“Registriamo positivamente un approccio politico più sensibile al nostro settore, dopo più di un anno di latitanza” ha evidenziato il presidente di Confartigianato Moda Fabio Pietrella, precisando che “l’esistenza stessa di un comparto che rappresenta economicamente, socialmente e culturalmente il nostro Paese nel mondo ha urgentissima necessità di misure ad hoc che abbiamo messo sul tavolo”.
Il clima di fiducia è corroborato dalle parole della sottosegretaria Borgonzoni: “Per la prima volta il ministero della Cultura attiverà dei bandi per le imprese creative del settore Moda e, grazie al ministro Giancarlo Giorgetti, si parla del settore quale filiera. Stiamo lavorando anche all’istituzione di un tavolo che comprenda tutti gli attori del settore, per individuare gli strumenti più adatti a tutelare e valorizzare questa nostra grande eccellenza”.
Conclude Fiorini: “La moda è un asset strategico dell’economia italiana e deve trovare sempre più centralità nell’agenda del Governo. Investire in questo settore e nella filiera, significa investire nel Paese. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori posti di lavoro, mettere a rischio tante piccole e medie aziende, ora più che mai nel mirino di fondi stranieri, e perdere quelle figure professionali uniche che costituiscono il pilastro di tanti mestieri specializzati, tradizioni, eccellenze che rappresentano il know-how italiano e il Made in Italy nel mondo”.