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  • La gelata di primavera e le armi spuntate per la guerra all’inflazione
21 Aprile 2022

Il Governo ha annunciato l’arrivo di un nuovo decreto aiuti (per 6 mld di euro) che dovrebbe accogliere, almeno in parte, le richieste di Confartigianato: la proroga degli sconti sul carburante che scadono il 2 maggio; interventi per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia; il rinnovo al 30 settembre della scadenza del termine oggi previsto (30 giugno) che obbliga le villette unifamiliari a effettuare il 30% dei lavori per usufruire del super bonus 110%; un fondo ristori per le imprese danneggiate dagli effetti economici della guerra; ulteriore dilazione dei debiti contratti dai contribuenti con il Fisco.

Ma per fare fronte a questa gelata di primavera dell’economia e ai rischi che derivano dal prolungamento del conflitto in Ucraina, servirebbero politiche economiche espansive. Nel DEF 2022 è sotteso un debole impulso fiscale, che si ferma a 0,2 punti di maggiore pil per quest’anno e a 0,1 punti nel 2023, mentre la crescente inflazione ha innescato una politica monetaria meno accomodante.

Gli spazi di espansione fiscale appaiono insufficienti per affrontare la sfida che la crisi in corso sta ponendo alle economie europee. Vanno ampliati gli interventi finalizzati a ridurre la dipendenza energetica, come le agevolazioni per la produzione e la domanda di energia da fonti rinnovabili, la costruzione di nuovi rigassificatori, gli incentivi per investimenti energy saving in macchinari e nelle abitazioni. Una espansione degli investimenti pubblici in energia rinnovabile fornisce un maggiore apporto alla crescita, come evidenziato in un recente esercizio condotto dall’Ufficio parlamentare di bilancio.

Molti degli interventi per contrastare le ricadute dello shock energetico in corso non sono finanziabili con le risorse nazionali, rendendo necessaria una risposta comune dell’Unione europea che utilizzi l’esperienza di debito congiunto di Next Generation EU, come indicato nelle comunicazioni dello scorso 23 marzo del Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Infine, senza le leve di una politica fiscale espansiva sarà difficile accompagnare i processi di riforma previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), essenziali per una crescita strutturale dell’economia: si tratta di 63 riforme in sei anni, più di dieci all’anno, una sfida senza precedenti.

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