Torna a crescere l’imprenditoria femminile in Emilia-Romagna. È quanto emerge dal focus “Donne e imprese: le sfide della primavera 2022”, a cura dell’Osservatorio MPI Confartigianato Emilia-Romagna presentato lo scorso week-end.
Con delle buone notizie dunque si è aperta l’ottava edizione del “Summer Camp” del gruppo Donne Impresa Emilia-Romagna che si è svolto a Milano Marittima, al quale hanno preso parte oltre quaranta imprenditrici, tra cui anche Paola Gallina, presidente del gruppo di Parma.
Le imprese gestite da donne in regione nel primo trimestre 2022 sono 85.076, +1% rispetto allo stesso trimestre del 2021 quando erano 84.259. Restano tuttavia moderati i flussi di aperture e chiusure.
Sono 21.221 le imprese artigiane femminili, il 22,5% del totale imprese femminili, di queste il 19,9% sono gestite da straniere. Nei servizi alla persona 2 artigiani su 5 sono donne. Servizi alla persona, abbigliamento, servizi di pulizia e ristorazione sono i settori a maggior presenza femminile.
Note dolenti arrivano dal mercato del lavoro con circa 34 mila occupate in meno nei due anni della pandemia con un calo del 3,8% rispetto al 2019, contro un – 1,2% in campo maschile.
La crisi ha colpito più duramente i lavori indipendenti, anche se le donne crescono di più nella ripresa rispetto agli uomini.
Altro dato da non sottovalutare: cresce l’inattività con le donne che segnano nel 2021 un tasso del 33,5%, +2,2 punti rispetto al 2019. Tra i motivi certamente quelli famigliari, in particolare la gestione dei figli.
Guardando al futuro le donne sono convinte che sia necessario investire per potere competere, in particolare le imprenditrici puntano sulla formazione personale e su sostenibilità ambientale e risparmio energetico, i due settori sui quali si prevedono i maggiori investimenti.