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  • Bonus edilizia: le criticità e le proposte in un documento inviato in Parlamento
23 Giugno 2022

I bonus dell’edilizia non solo sono importanti agevolazioni per i contribuenti, ma anche fondamentali strumenti per spingere il settore dell’edilizia che traina il resto dell’economia e per favorire la sostenibilità puntando sull’efficienza energetica.

Per tutti questi motivi Confartigianato è da mesi impegnata a lottare affinché il superbonus 110% venga rimesso in condizioni di far lavorare la filiera edile. Lo scorso anno, l’incentivo ha contribuito in maniera rilevante all’aumento del 6% del pil e adesso, invece, si trova di fronte al blocco del mercato dei crediti di imposta. Tutto a causa dei numerosi interventi normativi che si sono susseguiti sulla disciplina della cessione del credito, che hanno comportato per le imprese di costruzioni notevoli difficoltà, con una gravissima crisi di liquidità che si ripercuote sull’intero sistema. Le banche, non avendo la possibilità di cedere ulteriormente i crediti acquistati e avendo ormai esaurito la capienza per la compensazione annuale, hanno rifiutato ogni ulteriore acquisto bloccando di fatto il mercato o comunque stanno adottando politiche molto selettive.

Confartigianato è nuovamente intervenuta con un documento inviato alla VI Commissione Finanze lo scorso 20 giugno 2022, in cui ha rappresentato la situazione di grave crisi di liquidità in cui le imprese si trovano per aver concesso lo sconto e non aver contestualmente trovato cessionari disponibili ad acquistare il credito.

Per contrastare l’ormai diffuso atteggiamento di chiusura di molti intermediari finanziari, soprattutto nei confronti di crediti di modesta entità, Confartigianato ha poi manifestato la necessità di un intervento pubblico straordinario, al fine di consentire la monetizzazione dei crediti “incagliati”. La situazione, infatti, sembra destinata a degenerare rapidamente in crisi sistemica, con ricadute pesanti in termini di tenuta del sistema finanziario oltre che assumere, sempre più, i contorni di un serio problema sociale: la platea dei soggetti coinvolti è infatti troppo alta e troppo alte sono le ricadute che possono determinarsi se le previsioni delle imprese dovessero avverarsi. Il rischio evidenziato da Confartigianato è che possano crearsi situazioni limite in cui soggetti senza scrupoli compaiano sul mercato per offrire condizioni fortemente penalizzanti a quelle imprese con crediti incagliati e in condizione di difficoltà finanziaria e quindi esposte a indebite pressioni.

La Confederazione chiede, in particolare: di ampliare la platea dei cessionari nei cui confronti le banche e i gruppi bancari possono in ogni caso effettuare la cessione, per consentire un buon assorbimento dei crediti fiscali; di consentire l’utilizzo oltre il 2022 della quota di credito d’imposta non fruita scaturente dalla concessione di sconti in fattura, infatti molte imprese che hanno concesso lo sconto negli ultimi mesi del 2021, non hanno trovato cessionari disponibili all’acquisto dei crediti e, se non hanno la corrispondente “capienza”, rischiano di perdere la prima rata annuale per la parte non compensata. Confartigianato chiede poi di riaprire il termine per la trasmissione delle comunicazioni di opzione, scaduto il 29 aprile 2022 perché sono molte le imprese che, per motivi diversi (rifiuto del cessionario per errori formali contenuti nella comunicazione di opzione) non hanno potuto trasmettere (o ritrasmettere) la comunicazione nel termine del 29 aprile.

Peraltro, Confartigianato ha suggerito l’opportunità di prevedere, a regime, l’eliminazione di un termine rigido almeno per lo sconto in fattura o di introdurre un termine più ampio; in alternativa, si potrebbe pensare alla possibilità di una “remissione in bonis”.

Più in generale, inoltre, ha richiesto di eliminare l’obbligo di certificazione SOA, che introduce una barriera di accesso alle opere di più elevato valore, escludendo le piccole imprese e di ripristinare il limite di 70.000 euro riferito ai soli lavori edili per l’obbligo di indicazione del contratto collettivo edile nell’atto di affidamento e in fattura, per ricondurre la norma alla finalità di garantire un elevato livello di sicurezza all’interno dei cantieri.

Andrebbero poi rese interoperabili le piattaforme utilizzate dai diversi istituti di credito al fine di semplificare e unificare le procedure per l’istruzione delle pratiche di cessione.

Categories: Fiscale

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