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  • Caro energia, “aiuti bis”: si può chiedere il calcolo del credito
14 Settembre 2022

Il legislatore, con l’articolo 6 del d.l. 115/2022 (decreto aiuti-bis), ha prorogato al terzo trimestre 2022 il credito già riconosciuto per il trimestre precedente. Per beneficiare dell’agevolazione è necessario, in primo luogo, avere almeno un contatore di potenza pari o superiore a 16,5 kW e, in secondo luogo, il prezzo dell’energia, calcolato sulla base della media riferita al secondo trimestre 2022, al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, deve aver subito un incremento del costo per kWh superiore al 30% del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019. Soddisfatte tali condizioni, l’impresa ha diritto a un credito d’imposta pari al 15% della spesa sostenuta.

Il decreto aiuti-bis ha inoltre introdotto una novità: le imprese che non hanno cambiato fornitore di energia dal secondo trimestre a oggi, possono, invece di calcolare direttamente il credito, chiedere al proprio fornitore di confermare la spettanza del credito e comunicare l’importo di quest’ultimo. Il venditore, entro sessanta giorni dalla scadenza del periodo, invia al cliente che ne abbia fatto richiesta, una comunicazione nella quale riporta il calcolo dell’incremento di costo della componente energetica e l’ammontare della detrazione spettante per il terzo trimestre dell’anno 2022.

Il credito d’imposta va utilizzato in compensazione entro il 31 dicembre 2022 oppure può essere ceduto a terzi, secondo le modalità previste da provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Confartigianato, comunque, non ritiene sufficienti le misure adottate e chiede l’azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas, la proroga e l’ampliamento del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre, chiede che venga fissato un tetto europeo al prezzo del gas e il recupero del gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico. Secondo Confartigianato, vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione. Tra gli interventi sollecitati vi è anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza, con maggiori oneri, proprio le piccole imprese che consumano meno.

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