In tema di super bonus si sono susseguiti tantissimi provvedimenti che hanno iper burocratizzato il sistema e inserito oneri amministrativi sempre più stringenti.
Alla soglia del 2023, che vedrà l’esclusione delle villette e il mantenimento dell’opportunità per un solo anno per i condomini, Confartigianato lancia nuovamente l’allarme: “Serve una proroga del 110% per le unità unifamiliari che arrivi almeno a giugno 2023 e una rimodulazione delle percentuali oggi previste per l’incentivo. Fondamentale è però la salvaguardia del meccanismo della cessione del credito, con ulteriori limature in termini di chiarezza interpretativa della norma ove si parla, appunto, di ruoli e responsabilità. Vanno poi sostenute le imprese nella spesa pianificata per ridurre i consumi energetici o, quantomeno, i costi degli stessi. Si pensi che oggi, l’installazione di un impianto fotovoltaico per un’impresa gode solo del credito d’imposta del 6% del costo sostenuto. Che, tra l’altro, non sarà più riconosciuto agli investimenti fatti dall’anno prossimo”.
Confartigianato chiede poi di rimettere in moto la macchina delle cessioni dei crediti d’imposta per non far fallire migliaia di imprese e bloccare definitivamente l’intero settore dell’edilizia.
E il governo sembra voler introdurre, nella prossima manovra, una nuova modifica dell’attuale assetto del superbonus destinato a scendere al 90% dal 2023 sia per i condomini che per le villette familiari (prime case e con limite di reddito).
Sul fronte del mercato dei crediti il governo vorrebbe invece escludere la responsabilità penale per indebita compensazione in caso di assenza o estraneità da un a frode, agendo così alla base delle possibili contestazioni di reati tributari su cui poi scattano i sequestri, che non si possono più sbloccare.