4 Maggio 2023

Il 1° maggio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto lavoro. Confartigianato giudica positivamente l’intervento che, secondo il presidente Marco Granelli, coglie la necessità di correggere aspetti critici della gestione del mercato del lavoro.  Il decreto va nella direzione giusta anche per il superamento del reddito di cittadinanza, sostituito con interventi assistenziali dedicati ai soggetti non occupabili e percorsi di inserimento lavorativo e incentivi per chi assume personale occupabile.
Confartigianato ritine giusto e importante l’intervento sulla ulteriore riduzione (rispetto a quanto stabilito dalla legge di bilancio 2023) del costo del lavoro mediante un esonero parziale sulla quota Inps a carico dei lavoratori fino a una fascia di retribuzione che non eccede i 35.000 euro. Con tale taglio, l’aumento in busta paga per il lavoratore viene stimato fino a 100 euro mensile per il periodo da luglio a dicembre 2023. Tuttavia, la Confederazione auspica che il Governo riesca a trovare le risorse per rendere strutturale questa misura e, quanto prima, per introdurre un taglio Inps anche sulla quota a carico dei datori di lavoro.
Il d.l. lavoro conferma poi, per il 2023, la soglia dei fringe benefit esentasse a 3.000 euro (comprese le somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche di luce, acqua e gas) per i lavoratori con figli a carico. Per gli altri la soglia dei fringe benefit esenti rimane di 258,23 euro. Confartigianato giudica positivo l’intervento che mira a sostenere le famiglie, limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi.
Positivo è anche il giudizio sulle misure finalizzate a semplificare la gestione dei rapporti di lavoro, riconducendo alla contrattazione collettiva la definizione delle causali che giustificano i contratti a termine, sulla norma che elimina gli inutili appesantimenti burocratici al momento delle assunzioni previsti dal decreto “trasparenza” e sul rifinanziamento del Fondo nuove competenze.
Il presidente di Confartigianato esprime, invece, forte perplessità sulle disposizioni che ampliano oltre i 29 anni, e per i soli settori del turismo e termale, la possibilità di assumere con contratto di apprendistato professionalizzante. “L’apprendistato professionalizzante – sottolinea Granelli – deve mantenere la sua secolare e collaudata vocazione, vale a dire quella di un contratto a contenuto formativo per consentire ai giovani di acquisire una qualificazione professionale, ‘premiando’ le aziende che realmente li formano all’interno di percorsi lavorativi. Non può diventare un mero strumento di incentivo all’assunzione, per di più limitato ad alcuni settori”.

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