• Home
  • -
  • Artistico
  • -
  • Gli orafi non sono ‘compro oro’ i primi risultati del pressing di Confartigianato
19 Luglio 2017

In Italia non si conoscono le mezze misure. O tutto o niente, verrebbe da dire di fronte al nuovo decreto legislativo, varato dal Governo il 24 maggio, che impone precise regole all’attività dei cosiddetti ‘compro oro’. L’obiettivo della norma, condiviso da Confartigianato, è quello di controllare il settore per combattere pratiche illegali e rischi di riciclaggio. Ma la legge ha ecceduto e ha incluso anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti a chi svolge soltanto attività di compravendita di metalli e oggetti preziosi.
Durante il dibattito parlamentare che ha preceduto l’emanazione del decreto, il presidente di Confartigianato Orafi, Andrea Boldi, è intervenuto in audizione alla Camera e al Senato proprio per chiedere sì una legge che disciplinasse i compro oro, ma senza caricare di nuova burocrazia gli orafi artigiani che svolgono attività di compravendita di oro usato soltanto in forma marginale e occasionale.
Una posizione quella di Confartigianato, accolta e condivisa dalle Commissioni di Camera e Senato. Ma alla fine ha prevalso la linea dura e il nuovo decreto assesta un brutto colpo al settore dell’oreficeria artigiana.
Così Confartigianato continua a battersi contro la legge, in vigore dal 5 luglio sostenendo che gli orafi non sono ‘compro oro’.

E i primi risultati del pressing di Confartigianato sono arrivati in questi giorni con il parere favorevole del Ministero dello Sviluppo economico ad un emendamento sollecitato proprio dalla Confederazione per modificare la nuova normativa ed escludere gli orafi dagli obblighi imposti ai compro oro. Confartigianato ha segnato un punto a favore. E adesso la battaglia continua per centrare l’obiettivo finale.

Categories: Artistico

Altre notizie