Non è un paese per giovani il nostro, secondo Davide Giacalone che spiega con dati molto chiari la loro “scomparsa”. Intervenuto al convegno organizzato da Confartigianato alla Rocca Sanvitale a Fontanellato, “L’indignato speciale” di RTL ha spiegato che: “Oggi noi italiani siamo lo 0.83% della popolazione globale, nel 2035 saremo lo 0.72%. Un quinto della popolazione ha più di 65 anni, nel 2035 sarà un terzo. E abbiamo il più basso tasso di natalità europeo: 7.8 per 1000 (la Francia ha l’11.7; Svezia e UK l’11.8). Tra le cause anche il fatto che il 70% della spesa sociale è destinata a chi ha più di 55 anni”.
A questi numeri se ne aggiungono altri non proprio entusiasmanti: nel 2007 il 4.4% delle persone con più di 65 anni era in povertà assoluta, nel 2016 le famiglie in povertà erano al 10.4% quando la persona di riferimento era nella fascia d’età 18-34. Scendevano al 3.9 nella fascia a partire da 65. “Forse uno spiraglio c’è perché le cose cambiano se si punta sulla formazione: la povertà assoluta diminuisce al crescere dello studio 8.2% i poveri con solo la licenza elementare, 8.9% con licenza media 4% di quelli con almeno diploma – ha spiegato Giacalone”.
Di malessere nei giovani ha parlato Daniele Pincolini, presidente zonale di Confartigianato. “Malessere che spinge tanti ragazzi, sempre di più, a cercare fortuna all’estero. L’Italia è un paese bellissimo, ricco di storia, di cultura, di arte, di eccellenze a tutti i livelli, anche imprenditoriali. Possibile che un posto così, invidiato da tutti, non riesca a tenersi i propri ragazzi? Che non si riesca a mettere in piedi una politica decente, prima per le famiglie e poi per i giovani? – si chiede Pincolini”. Ma anche dalla relazione del professore Antonio Grassi dell’Itis Leonardo Dà Vinci di Parma emergono dati poco incoraggianti, visto che il sistema scolastico europeo, soprattutto quello del Nord Europa è strutturato decisamente meglio del nostro. Il presidente provinciale Leonardo Cassinelli che ha ricordato con un applauso Franco Gambazza fontanellatese doc, già presidente dell’associazione, ha spiegato così il suo punto di vista: “Credo che nel nostro paese, noi per primi, si debba fare molto di più per i giovani. Anche ascoltarli, perché sono loro che ci portano innovazione e progresso, ma per farlo hanno bisogno che i più grandi gli trasferiscano valori, esperienza e conoscenza. Noi, continueremo a mettere al centro la persona, gli imprenditori, i cittadini, i nostri pensionati. Crediamo che in questo periodo, come nel 1948 sia con la forza dell’unione che possiamo ancora guardare al futuro. E soprattutto vogliamo dare coraggio ai giovani, sostenerli e investire su di loro perché un Paese che non investe sui giovani è un Paese senza futuro”.
Presenti al convegno anche il presidente nazionale dei Giovani Imprenditori Damiano Pietri e il presidente provinciale del gruppo Cesari Rossetti.
“Abbiamo scelto di parlare di uno dei principali problemi che riguardano il nostro Paese: l’occupazione giovanile – ha spiegato Rossetti. Perché ad essa è legata tutta una serie di problemi economici e sociali. Tra gli aspetti più importanti legati a questo problema credo ci sia la formazione. Sì, perché oggi i tempi sono molto diversi da quelli in cui i genitori o i nonni hanno iniziato le loro attività e non è più sufficiente saper fare bene un mestiere. Oggi bisogna anche imparare a gestire tutti gli ambiti dell’impresa da quelli più operativi a quelli amministrativi”.
Anche Pietri, che ha parlato della digitalizzazione delle pmi e di Impresa 4.0 ha sottolineato l’importanza della formazione continua, soprattutto in relazione al fatto che il mondo va sempre più veloce e non è possibile non tenerne il passo. Per farlo servono strumenti e competenze che devono essere acquisite con la scuola, ma che devono continuare a essere rinnovate. “Confartigianato c’è – ha aggiunto Pietri – ha raccolto la sfida della digitalizzazione ed è strutturata su tutto il territorio in modo capillare, pronta per sostenere e aiutare le imprese nella loro crescita”.