Si stima tra 30 e 40mila le tonnellate di pneumatici che ogni anno vengono immessi illegalmente nel mercato nazionale, a cui si legano un mancato versamento del contributo ambientale per la loro raccolta e riciclo pari a un totale di circa 12 milioni di Euro, evasione dell’Iva stimabile in circa 80 milioni di Euro ed un’esposizione al rischio di abbandono nell’ambiente di pneumatici fuori uso derivanti da attività illegali, che non esistono e sono dunque fuori dalle regole del sistema nazionale di gestione dei PFU.
“Confartigianato Autoriparazione auspica una maggiore collaborazione con le istituzioni, innanzitutto con il Ministero dell’Ambiente, per combattere abusivismo, irregolarità, evasione fiscale nella gestione e nello smaltimento di pneumatici. È tempo per una battaglia comune in nome del rispetto degli imprenditori e della tutela ambientale. Non servono nuove leggi: occorre far rispettare le norme esistenti con un’efficace attività di controllo e repressione del mercato selvaggio, ormai diffuso anche sul web, degli pneumatici e degli PFU. Gli imprenditori regolari, qualificati e competenti non possono continuare a subire la concorrenza sleale degli operatori illegali e la spada di Damocle del blocco del ritiro di pneumatici”.
Con queste parole Alessandro Angelone, presidente di Confartigianato Autoriparazione, è intervenuto alla presentazione del Rapporto “I Flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia”, illustrato a Roma alla presenza del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che ha ospitato e partecipato alla presentazione del documento conclusivo che illustra l’attività svolta dall’Osservatorio e dalla piattaforma CambioPulito nel contrastare le pratiche illegali del settore degli pneumatici e PFU. Il progetto è promosso da Legambiente insieme ai consorzi per la gestione degli Pneumatici Fuori Uso (PFU) Ecopneus, EcoTyre e Greentire – che gestiscono circa l’85% del totale nazionale – e le associazioni di categoria Confartigianato, Cna, Airp, Federpneus e Assogomma.