“L’obiettivo oggi è quello di poter vivere un Natale in libertà: vanno in questo senso le misure assunte anche in queste ore dal Governo. Abbiamo lavorato bene nei mesi scorsi, ora dobbiamo continuare a combattere il virus in prima linea, a partire dai luoghi di lavoro, creando aziende covid free. Quindi la vittoria sul virus è il presupposto per qualsiasi politica di carattere economico. Le Pmi hanno sofferto particolarmente ed oggi dobbiamo dare un segnale molto chiaro con la riduzione del cuneo fiscale, il grosso delle risorse deve andare alle piccole imprese e nelle buste paga dei lavoratori”. Con queste parole è iniziato l’intervento in videoconferenza di Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali agli Stati Generali di Confartigianato Emilia Romagna che si sono svolti giovedì 25 novembre al Zanhotel Centergross di Bologna.
Sul fronte delle politiche attive il ministro ha sottolineato come siano stati investiti “circa 5 miliardi di euro a livello nazionale. Noi dobbiamo utilizzare quelle risorse in stretto rapporto con le imprese, costruendo dei patti territoriali perché le misure siano tarate sui bisogni delle imprese. Servono azioni che favoriscano percorsi duali, forme di apprendistato con formazione, formazione precedente o in parallelo all’ingresso nel mercato del lavoro, costruite sulle domande delle imprese, in un momento in cui c’è difficoltà a reperire manodopera e ciò frena la ripartenza”.
Infine sulla transizione ecologica: “Una sfida che non possiamo perdere, ma anche in questo caso non possiamo pensare a politiche calate dall’alto. Serve quindi una nuova stagione del dialogo sociale dove emerga il protagonismo della piccola e media impresa, pensando anche a tavoli nazionali più larghi di quelli tradizionali. Dobbiamo costruire assieme questi percorsi di transizione”.
Presente agli stati generali di Confartigianato anche Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna: “Tante risorse come quelle del Pnrr non le avremo mai più. Dobbiamo essere capaci di utilizzarle e di farlo bene e velocemente – ha affermato nel suo intervento Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna -. Presupposto però è di vincere la battaglia con la pandemia. E’ gusto che vi siano delle corsie preferenziale per chi si è vaccinato, per chi ha scelto di proteggere sé stesso e gli altri. Se teniamo a bada la pandemia abbiamo prospettive di crescita molto interessanti. Dopo l’esperienza recente del Bando sulla digitalizzazione del mondo artigianale, come Regione abbiamo intenzione di replicarlo ad inizio 2022. Investire sulla formazione e sulla conoscenza perché questa terra vincerà solo se scommette sui cervelli. Stiamo pensando ad una legge regionale, la prima in Italia, per attrarre talenti dall’estero, ma soprattutto per trattenere i migliori tecnici e laureati italiani”.
Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato ha ribadito come: “Il nostro green pass è il valore artigianato, l’estro, le competenze, le capacità con cui tutto il nostro mondo è stato sempre capace di affrontare tutte le difficoltà con qualità e sicurezza – ha aggiunto Marco Granelli, presidente di Confartigianato Imprese- . Stiamo vivendo una fase molto importante che punta a dare all’artigiano un ruolo che non ha mai avuto prima, la richiesta che facciamo alla politica è quella di coinvolgerci sempre di più. Nei prossimi mesi dovremo dimostrare come Paese di essere capaci di spendere le risorse che arriveranno e, guardando al passato, qualche dubbio può sorgere. Noi siamo disponibili a dare tutto il nostro contributo per evitare gli errori del passato e per procedere con quelle riforme che potranno incideranno su questa fase di ripartenza”.
Anche Fabiana Dadone ministra per le Politiche Giovanili è intervenuta alla convention: “Serve un orientamento che sia efficace e una formazione che colleghi la crescita personale con la praticità di avere uno sbocco occupazionale. Nel Pnrr non c’è un indirizzo specifico per le giovani generazioni perché puntiamo su azioni trasversali. L’obiettivo è di mantenere i giovani in Italia, occorre evitare che siano costretti ad andare all’estero. Quindi, per fare un esempio, abbiamo inserito una clausola nei bandi del Pnrr per la quale le aziende che li vinceranno dovranno assumere una percentuale stabilita di giovani e di donne”. Nel rispondere alle domande dei giovani imprenditori, la ministra si è soffermata sul tema dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro: “E’ uno dei più complessi, chiama in causa il rapporto tra mondo scuola e mondo del lavoro, il collegamento dei sistemi della formazione con il mondo del lavoro, partendo anche dalle singole predisposizione dei ragazzi. E’ necessario capire quali sono le nuove attività che vengono richieste e quelle che hanno un maggiore futuro occupazionale. E su questo fronte, abbiamo avviato dei percorsi con le imprese nei quali imprenditori, professionisti, uomini d’azienda raccontano ai giovani studenti l’evolversi delle professioni, le necessità che hanno oggi le imprese. Credo che questo sia un modo molto interessante per fare capire quali possono essere le prospettive future e quali, quindi, i percorsi di formazione necessari. Quindi serve un orientamento che sia efficace e una formazione che colleghi la crescita personale con la praticità di avere uno sbocco occupazionale. Uno dei temi che dovremo affrontare è quello della staffetta generazionale, ovvero la permanenza in servizio del personale più anziano deve essere vincolata al passaggio di competenze alle nuove generazioni”.
“L’artigianato deve uscire da quel complesso di inferiorità nel quale è stato collocato nei decenni precedenti, dovete smetterla di sentirvi figli di un dio minore”, questo l’appello di Stefano Zamagni agli artigiani durante il dibattito su “L’innovazione basata sulle competenze e sulla sicurezza del lavoro” nell’ambito degli Stati Generali di Confartigianato.
Prima di lui Vincenza Colla, assessore regionale allo Sviluppo economico e Green economy ha confermato l’intenzione della Regione Emilia Romagna di riproporre il bando sulla digitalizzazione delle imprese artigiane, dopo il successo di quello uscito lo scorso aprile.
L’assessore ha poi declinato le linee d’azione regionali per il prossimo futuro: “Nei prossimi mesi la nostra azione si concentrerà su tre asset fondamentali. La digitalizzazione: un tema trasversale che coinvolge il lavoro, lo sviluppo delle città, le scuole. Dobbiamo essere in grado di governare questi processi per non creare sacche di marginalizzazione. La sostenibilità: ambientale, economica e sociale. La partita si gioca sulla nostra capacità di tenere assieme questi tre aspetti. Infine, l’ingrediente che chiude il tutto è la cultura. La cultura della qualità, delle competenza, dell’intelligenza delle mani. Per recuperare queste competenze tecniche e scientifiche occorre che la scuola pubblica sia in rete con le imprese, la Regione investirà oltre 100 milioni di euro nella filiera dell’istruzione”. Tutto questo tenendo conto che “se in questa regione c’è una qualità che fa la differenza ed è la capacità e la forza delle sue relazioni che fanno la differenza”.
Molto applaudito l’intervento di Stefano Zamagni: “L’artigiano è un virtuoso, deve però imparare a valorizzare le sue radici che affondano nel lontano 1400, ancor prima che fosse coniato il termine impresa. Quindi l’artigianato è nato prima dell’impresa. Nel tempo con il prevalere della cultura taylorista l’artigianato è stato marginalizzato, ma il tempo è galantuomo, si può reprimere un’idea ma non farla sparire, quando è vera prima o poi riemerge. Oggi il futuro va nella direzione dell’artigianato e lo sviluppo passa attraverso i luoghi”.
In secondo luogo “la quarta rivoluzione industriale, quella dell’intelligenza artificiale, ha fatto giustizia di vecchi preconcetti, il principale quello secondo cui se non sei di grande dimensione non puoi fare innovazione, oggi sappiamo che non è assolutamente vero, queste nuove tecnologie possono essere applicate anche dalla bottega artigiana. Siamo, quindi, di fronte ad una sorte di nuovo risorgimento dell’artigianato. Dobbiamo rendere esplicito il concetto di biodiversità economica. La piccola e media impresa ha lo stesso diritto di cittadinanza delle grandi imprese. Dovete solo crederci, dovete smetterla di sentirvi inferiori, e per uscire da questo complesso complesso occorre investire di più in cultura – ha concluso Zamagni -. Dovete stabilire un rapporto di alleanza ad alto livello, con il sistema universitario regionale perché questa è la strada per riprendere in mano il vostro destino”.