Sono 38,5% le Mpi e le imprese artigiane che prevedono di recuperare i livelli pre crisi Covid-19 entro la fine dell’anno (nella provincia di Parma c’è più pessimismo e il dato è leggermente inferiore rispetto alla media regionale: 35,5%). Il focus sugli effetti del Covid presentati dal Centro studi di Confartigianato Emilia-Romagna analizzano l’andamento dei principali indicatori.
Il focus mette in evidenza quanto la pandemia stia trasformando anche il lavoro artigianale, con una tendenza importante verso l’innovazione tecnologica che apre nuovi scenari di crescita e di mercati. Non a caso il recente bando della Regione Emilia-Romagna dedicato alla digitalizzazione delle imprese artigiane ha fatto il pieno in pochissimo tempo.
“Gli artigiani, anche in piena pandemia, non sono restati fermi, ma hanno continuato a pensare come evolvere la propria impresa – ha dichiarato Leonardo Cassinelli, presidente di Confartigianato Imprese Parma. Ora però le prospettive di crescita si stanno scontrando con fattori indipendenti dalla volontà degli imprenditori come l’aumento a dismisura dei prezzi delle materie prime e la scarsità di materiale per la produzione. Ci sono poi croniche difficoltà nel reperire manodopera specializzata per diversi settori, che, come abbiamo ribadito più volte è paradossale, in un paese che soffre di disoccupazione giovanile”.
Infatti la ripresa è messa a dura prova dall’esorbitante aumento dei prezzi materie prime, in particolare gas, gasolio ed energia elettrica. L’impatto sarà forte per l’83,4% per le mpi parmensi rispetto alla media regionale del (79,2% delle imprese), così come dalla scarsità di materiale per la produzione 57,9% rispetto al 54,4%.
Per quanto riguarda il personale specializzato, il 45,9% delle mpi parmensi lo ricerca, ma hanno difficoltà a trovarlo il 31,4% delle imprese intervistate.
Il 17,9% delle imprese del parmense ha fatto ricorso o farà ricorso al credito d’imposta per investire. Tra gli investimenti ritenuti necessari per competere ci sono quelli per l’acquisto di software (25,3%); per l’attività di comunicazione e marketing (26,9%); per l’acquisto di nuovi macchinari (27,5%) e di autoveicoli nuovi ibridi, elettrici, gpl e metano (31,4%) e per investimenti in efficientamento di macchinari esistenti (31,9%).
Tra le principali conseguenze della trasformazione digitale il cambiamento delle modalità di produzione, comunicazione e distribuzione (71,4%) e l’aggiornamento delle competenze dei dipendenti (63,6%).
Sono poi il 60,4% le Mpi parmensi che hanno attivato almeno un’azione a favore dell’ambiente; nel dettaglio tra le azioni green più gettonate: riduzione consumi risorse 37,3% (media regionale 34,2%) e utilizzo materiali maggiormente riciclabili 32,8% (media regionale 27,4%).
Il Superbonus 110% traina il 38,7% delle Mpi dell’edilizia, mentre per la restante quota l’incentivo non rappresenta un traino allo sviluppo a causa dell’eccesso di burocrazia e dell’incertezza normativa.