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  • Pane artigianale: approvata la nuova disciplina dalla Regione Emilia-Romagna
22 Novembre 2017

La Regione Emilia-Romagna per valorizzare la professionalità artigiana e garantire il diritto all’informazione del consumatore ha disciplinato l’attività di produzione e vendita del pane con la legge 21 (del 17 novembre 2017).
Per questa ragione sono state individuate le denominazioni di “pane”, “pane fresco”, “pane conservato”, “prodotto intermedio di panificazione”, “panificio”, “impresa di panificazione”, “forno regionale artigianale”, “responsabile dell’attività produttiva”.
Il pane fresco dovrà essere venduto entro ventiquattro ore dalla conclusione del processo produttivo in scaffali riservati e contrassegnati dalla dicitura “pane fresco”.
Il pane conservato, invece, sarà posto in vendita confezionato, in scaffali separati dal pane fresco e contrassegnati dalla dicitura “pane conservato”. Riporterà, inoltre lo stato e il metodo di conservazione utilizzato, il luogo di origine o di provenienza dell’impasto e del prodotto, la data di produzione, la ragione sociale del produttore, nonché le eventuali modalità di conservazione e di consumo.
Il prodotto intermedio di panificazione sarà commercializzato già confezionato e dovrà riportare sulla confezione le indicazioni previste dal decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109 che attua le direttive CEE 89/395 e 89/396 concernenti l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari, comprese le modalità di conservazione e di utilizzo.
La legge vieta l’utilizzo di termini quali “pane di giornata”, “pane appena sfornato” e “pane caldo”, nonché di qualsiasi altra denominazione che possa indurre in inganno il consumatore.
Barbara Lori, consigliere regionale proponente e relatrice della legge ha spiegato: “Abbiamo voluto rimettere ordine al settore del pane. Si avvertiva da tempo l’esigenza di definire norme che consentissero di dare al consumatore una informazione consapevole e puntuale sul pane in vendita nei negozi di alimentari e soprattutto nella grande distribuzione. Quello dei pani industriali, finiti di cuocere nel punto vendita a ogni ora del giorno, 7 giorni su 7, è un settore in rapida crescita, che sembra trovare il consenso del consumatore. Nulla di male, certamente, nel godere dei frutti del progresso delle tecnologie, ma ciò che non è ammissibile è che il successo di questi prodotti possa basarsi sulla disinformazione di chi li acquista”.
Al centro della legge c’è dunque il bisogno del consumatore che ha il diritto di essere consapevole di ciò che sta acquistando e mangiando, un processo di trasparenza che in ambito di etichette alimentari, anche il legislatore nazionale sta percorrendo da tempo.
Il consumatore emiliano romagnolo saprà d’ora in poi, se sta mangiando pane artigianale o meno e, in tale caso, da dove proviene.
L’artigianalità della lavorazione, in questo modo, resta garanzia di maggiore qualità e genuinità del prodotto. “Così – ha concluso Lori – in assenza al momento di una legislazione statale e seguendo la strada aperta da altre Regioni, con questa legge mettiamo ordine in un settore che fino ad oggi era scoperto”.

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